The wolf of wall street: storia vera di Jordan Belfort
A cura di Giuseppe Napoli
“Le persone di successo sono convinte al 100% di essere padrone del proprio destino, non sono vittime delle circostanze. Loro creano le circostanze, e se le circostanze intorno a loro fanno schifo le cambiano”.
Jordan Belfort, è uno dei pochi personaggi ad aver lasciato un’impronta indelebile nel mondo della finanza e degli affari. Noto per aver fondato la compagnia di brokerage Stratton Oakmont e per aver fatto fortuna grazie a tecniche di vendita aggressive e spesso illegali, la storia dell’ex-broker di Wall Street è stata portata sul grande schermo nel film “The Wolf of Wall Street”, diretto da Martin Scorsese e interpretato dal talentuoso Leonardo Di Caprio.
Tuttavia, dietro il fascino del grande schermo si nasconde una storia vera, un uomo reale e un passato controverso. E’ proprio per questo che ti sarà capitato di cercare online: “the wolf of wall street storia vera”. Ma quindi chi è realmente Jordan Belfort? Qual è la vera storia del lupo di Wall Street?
In questo articolo, esploreremo la sua vita, l’ascesa e il suo declino.
Indice dei contenuti
Jordan Belfort: l’ascesa verso il successo e la Stratton Oakmont
Bene, se sei uno di quelli che ha cercato su Internet “the wolf of wall street storia vera” sei nel posto giusto. La vera storia del lupo di wall street si concentra su una figura: Jordan Belfort.
Jordan Belfort nasce il 9 luglio 1962 a New York e dimostra sin da giovane una spiccata intelligenza e una grande ambizione nel mondo degli affari.
Dopo aver conseguito la laurea in biologia, intraprende carriera nel settore finanziario lavorando presso la L.F. Rothschild, una delle maggiori società di brokeraggio di Wall Street, dove impara gli insides del mestiere.
Nel 1987 arriva però il lunedì nero della Borsa, dove Wall Street perde oltre il 20% e anche Belfort perde il suo lavoro nella compagnia, ma nonostante ciò, come nel libro e nel film, il futuro lupo di Wall Street riesce a trovare un posto di lavoro presso la Investire Center, una società di dimensioni modeste che vende penny stock, ovvero azioni di società di piccole dimensioni.
Nel 1989 Belfort decide di mettersi in affari con Danny Porush fondando la Stratton Oakmont, una società di investimenti che verrà per sempre ricordata come una delle più controverse nella storia di Wall Street.
L’azienda nel corso del suo operato guadagna enormi somme di denaro attraverso la manipolazione del mercato finanziario e la vendita di penny stock a investitori ignari; secondo le stime infatti la Stratton Oakmont ha generò profitti che superarono gli $ 1.5 miliardi.
Il famoso caso di Steve Madden
Le tecniche con la quale la Stratton ha guadagnato le enormi cifre di denaro sopracitate avevano tutte un denominatore comune. Belfort & Company compravano azioni di società con una bassa capitalizzazione di mercato, le Penny Stock appunto, e le rivendevano con tecniche ingannevoli ad una serie di malcapitati, guadagnando sulle commissioni di contrattazione, ma soprattutto grazie alla cosiddetta tecnica “Ratholes” adoperata insieme allo schema “Pump and Dump”.
Come viene raccontato anche nel film, l’esempio più famoso è quello dell’IPO di Steve Madden, azienda che viene quotata al NASDAQ di New York tramite proprio la Stratton Oakmont.
Delle due milioni di azioni offerte all’IPO, un milione finì nelle mani dei vari prestanome affiliati alla società, chiamati “Ratholes”, il che permise a Belfort di ricomprare nuovamente l’intero pacchetto azionario dai suoi prestanome a soli $ 5.5 per azione.
Una volta riacquistate dai Ratholes, il valore delle azioni (grazie allo schema “pump and dump”) venne portato a ben 20 dollari per unità, permettendo alla società di guadagnare circa 15 milioni di dollari in qualche minuto.
Il Tracollo e il successivo cambiamento di Jordan Belfort
Nonostante il grande successo finanziario, Jordan Belfort alla fine inciampò nelle conseguenze delle sue azioni illegali. Nel 1998, fu arrestato per frode e reati legati all’attività della sua società di investimenti.
Dopo aver ammesso la colpa e cooperato con le autorità, venne condannato a scontare 22 mesi di carcere e a ripagare tutti i malcapitati truffati nel corso degli anni (il rimborso si aggira intorno ai $ 250 milioni) oltre ad una cospicua multa federale.
Oggi, l’ormai ex lupo di Wall Street è un rinomato consulente e speaker motivazionale. Belfort infatti condivide le sue conoscenze su come costruire relazioni solide con i clienti, negoziare efficacemente e creare un’eccellenza nel servizio clienti, più o meno lo stesso sistema che ha insegnato ai suoi dipendenti per fare pressione sulle persone affinché acquistassero azioni nelle inutili società che aveva promosso.
L’unica differenza rispetto al passato, è che oggi la sua “saggezza” costa la bellezza di $ 30.000 l’ora.
Dopo aver sperimentato gli estremi dell’avidità e della manipolazione finanziaria, Jordan Belfort ha adottato un’impostazione etica nella sua attività attuale. Ha preso una posizione ferma contro le pratiche illegali e immorali nel mondo degli affari e si impegna a promuovere l’integrità nel settore finanziario. Questo impegno riflette la sua trasformazione personale e il desiderio di evitare che altri cadano nella stessa trappola in cui è caduto lui.
Analogie con il film
“The Wolf of Wall Street” diretto da Martin Scorsese, si basa sulle memorie di Jordan Belfort. Il film cattura l’essenza del suo stile di vita eccessivo, la sua ricchezza sfrenata e la mancanza di scrupoli nella condotta degli affari.
Una delle analogie più evidenti tra la vita reale di Belfort e il film è il suo talento nel manipolare le persone e il mercato finanziario. Nel film, vediamo come il personaggio interpretato da Di Caprio riesce a influenzare le decisioni degli investitori, convincendoli a comprare azioni di valore discutibile.
L’arte della manipolazione è una caratteristica chiave che ha portato al successo e al declino di Jordan Belfort anche nella vita reale.
Il suo stile di vita esagerato, le feste sfrenate e altri eccessi di ogni tipo sono stati evidenziati in modo accattivante sullo schermo, dipingendo un quadro di corruzione morale e finanziaria, trascinando lo spettatore nella spirale di Belfort, in cui il denaro, il potere e la trascendenza dei limiti diventano la norma, la benzina con la quale poter continuare il cammino.
In conclusione, sebbene il film possa presentare una visione eccessivamente romanzata della vita di Belfort, possiamo affermare che la sua storia ci offre una lezione importante sul pericolo della cupidigia e della mancanza di etica o di scrupoli, fattori che da sempre contraddistinguono il mondo dell’alta finanza.
Risulta quindi essenziale mantenere l’integrità e l’etica nel perseguire il successo e la fortuna.
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