Cos’è uno strumento derivato

A cura di Leonardo Ladini

A chiunque sia coinvolto nelle dinamiche dei mercati finanziari (per lavoro o per passione), sarà capitato sicuramente di entrare in contatto con il concetto di strumento finanziario derivato chiamato comunemente solo “derivato”.

Di cosa si tratta esattamente?

Quando parliamo di derivato intendiamo, riprendendo la definizione generale del glossario finanziario di Borsa Italiana, qualsiasi strumento finanziario “il cui valore dipende (deriva) dal valore di un’altra attività finanziaria o reale (attività sottostante)”.

I derivati quindi sono strumenti finanziari a due livelli, in quanto il loro valore viene condizionato da quello di un’altra attività finanziaria che ne influenza le dinamiche di mercato.

Esistono decine di tipologie di derivati, i quali si differenziano gli uni dagli altri per la tipologia di sottostante. I più comuni sono:

  • i derivati su tassi di interesse, valute e azioni
  • i derivati creditizi
  • i derivati energetici
  • i derivati atmosferici
  • i derivati assicurativi
  • i derivati su attività reali

Un’altra caratteristica che differenzia tra loro i derivati è l’asimmetria o non asimmetria della prestazione tra le parti; infatti esistono alcuni derivati (come ad esempio i futures o i forward) in cui entrambe le controparti sono obbligate da contratto ad eseguire un’operazione di segno opposto (“compro” o “vendo”) , mentre altri (come le opzioni) prevedono per una controparte l’obbligo ad eseguire una prestazione e per l’altra soltanto la facoltà, previo pagamento di un premio.

strumento derivato

Tipologie di operatori e mercati in cui vengono negoziati

A seconda delle finalità con cui si acquista o si vende un derivato si possono distinguere tre tipologie di operatori:

  • gli hedgers
  • gli speculatori
  • gli arbitraggisti

I primi sfruttano i derivati per proteggersi da un’ampia varietà di rischi, come il rischio di tasso o di cambio.

I secondi agiscono speculando, quindi cercando di concretizzare un’opinione circa la futura evoluzione del mercato.

Mentre gli ultimi cercano di ottenere un profitto di arbitraggio, ossia un guadagno che non è preceduto da alcun tipo di costo.

I derivati vengono negoziati perlopiù nei cosiddetti mercati OTC (Over the counter), ossia reti (networks) di mediatori (dealers) che non si incontrano fisicamente ma sono collegati tra loro per mezzo di telefoni e computer. In questi mercati le condizioni contrattuali non devono corrispondere a quelle di borsa e chi vi opera è libero di negoziare qualsiasi contratto di reciproco interesse. Nei mercati regolamentati, invece, si negoziano strumenti come futures, opzioni e warrants e chi vi opera è soggetto a regole più rigide, come ad esempio la necessità di depositare più collaterale nei futures a garanzia dell’operazione.

Controversie riguardo l'uso dei derivati

Nonostante i buoni propositi alla base di questi strumenti, il loro utilizzo sconsiderato ha portato a grosse turbolenze sui mercati finanziari e nell’economia in generale. Il caso senza dubbio più lampante a riguardo è rappresentato dalla crisi dei mutui subprime del 2007-2009, in cui alcuni tra gli istituti finanziari più importanti del mondo hanno rischiato la bancarotta perché sprovvisti di liquidità a seguito di esposizioni troppo grandi nel settore immobiliare, principalmente per mezzo di strumenti derivati in cui i mutui e i prestiti “junk”, ossia senza valore, venivano impacchettati per essere poi distribuiti agli investitori. I derivati protagonisti delle crisi più importanti dello scorso decennio sono:

  • gli ABS (Asset backed securities)
  • i CDO (Collateralized debt obbligation)
  • i CDS (Credit Default Swap)

Questi ultimi non strettamente legati alle dinamiche precedentemente descritte.

Un altro episodio di uso fraudolento dei derivati riguarda Monte dei Paschi di Siena, la quale, con l’aiuto di alcune banche d’investimento, ha fatto uso degli strumenti derivati per coprire ingenti perdite che altrimenti sarebbero risultate a bilancio.

Riflessioni finali

Per concludere occorre ribadire l’importanza della conoscenza di questa tipologia di strumenti finanziari, in quanto in un mondo così incerto come quello in cui stiamo vivendo, conoscere come poter coprirsi da una certa gamma di rischi può fare veramente la differenza nella sopravvivenza o meno di un’impresa/istituzione od operatore in generale.

Va ribadito, inoltre, che questa tipologia di strumenti, nonostante sia sempre rappresentata dalle cronache in maniera negativa, non rappresenta di per sé un pericolo, ma può portare a situazioni spiacevoli o addirittura a profonde recessioni se utilizzata in maniera scellerata senza ponderare i rischi assunti.

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