Opzione donna 2023 – cos’è e come accedere

A cura di Leonardo Ladini

Ultimamente si sente parlare in maniera diffusa sui mass media nazionali di “opzione donna” o “opzione donna 2023”, argomento divisivo che suscita molta discussione all’interno dell’opinione pubblica italiana.

Il tema è quello del pensionamento, da sempre uno dei punti più caldi nella politica italiana, in maniera particolare negli ultimi decenni in cui, a seguito delle eccessive spese degli anni ’80-’90 si sono resi necessari alcuni drammatici tagli alla spesa.

Ma quindi cos’è l’opzione donna 2023? Quali sono i requisiti per accedere all’opzione donna? Qual è il calcolo da fare riguardo l’opzione donna?

Bene, siediti comodo e seguici per tutto l’articolo perchè andremo a sviscerare questo argomento piuttosto spinoso.

Opzione donna 2023: cos’è

Come sempre partiamo dalle basi: cos’è l’opzione donna? 

Se ti senti confuso e hai bisogno di chiarimenti, sei nel posto giusto, perché oggi lo andremo a scoprire insieme.

Opzione Donna rappresenta una forma di pensionamento anticipato per le donne che hanno raggiunto un’età specifica e un determinato numero di anni di contributi. Introdotta con la riforma Maroni del 2004, l’obiettivo principale di opzione donna è quello di fornire un incentivo alle donne a lasciare il lavoro in modo anticipato, ponendosi come strumento di flessibilità in uscita.

Ma da dove deriva la riforma Maroni?

A seguito delle eccessive spese degli anni ’80-’90 si sono resi necessari alcuni drammatici tagli alla spesa, tra cui la nota Legge Fornero che ha sconvolto i parametri pensionistici, portando l’età per la vecchiaia a 67 anni e l’anticipata a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.

Anche a seguito della Riforma Fornero, l’opzione donna, che dalla sua introduzione con la riforma Maroni del 2004 aveva visto poche adesioni, ha subito un enorme aumento delle richieste il quale ha interrogato la politica e i tecnici sulla sostenibilità di questa forma di pensionamento.

Come accedere

Per poter beneficiare di “opzione donna”, le donne devono rispettare determinati requisiti di età e contributi.

Nella sua prima introduzione del 2004 opzione donna era prevista per le donne che avessero maturato 35 anni di contributi e 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato iscritte all’AGO (assicurazione generale obbligatoria) o alle gestioni sostitutive o 58 anni per le lavoratrici autonome (criterio che si aggiorna in base all’aspettativa di vita).

Tali parametri hanno subito continui mutamenti e adattamenti in base all’andamento della speranza di vita e alle previsioni di bilancio dello Stato Italiano; in particolare, di recente si sta discutendo un ulteriore ridimensionamento, contenuto nella Legge di Bilancio 2023 che modifica la platea di coloro che possono accedere a questa forma di pensionamento.

Opzione donna 2023 requisiti

Nello specifico, la pensione in questione non è più riservata a tutte le donne ma solamente a quelle che rispettano i seguenti requisiti:

  • licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero;
  • con disabilità pari o oltre il 74%;
  • che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla legge 104 del 1992 (Caregiver).

Oltre a queste, poi, devono essere rispettate altre condizioni legate ai requisiti anagrafici e contributivi:

  • 60 anni d’età (59 con un figlio e 58 con due o più figli);
  • 35 anni di contributi.

Il numero di figli, inoltre, non influisce sull’età pensionabile delle donne licenziate o dipendenti di aziende in crisi, per le quali l’età pensionabile rimane ancorata a 58 anni.

Per accedere alla prestazione, tutti i requisiti devono essere stati maturati entro il 31 dicembre 2022.

(per ulteriori approfondimenti si veda l’articolo 1 comma 292 della Legge di Bilancio 2023)

Da cosa dipende l’assegno mensile

L’adesione a questa forma di pensionamento, tuttavia, comporta un impatto nella determinazione dell’importo dell’assegno mensile che verrà percepito dalla futura pensionata.

In generale, l’importo da corrispondere dipende da alcuni criteri:

  • l’età di uscita, la quale fa sì che a parità di contributi accumulati e di carriera svolta, una lavoratrice che esce a 67 anni prende di pensione di più rispetto a chi esce a 58-60 anni;
  • la quota di pensione che senza l’opzione donna cadrebbe nel sistema retributivo (la presenza di almeno 18 anni di contributi entro il 1995 infatti, dà diritto a calcolare l’assegno previdenziale con il sistema misto, mantenendo il calcolo retributivo sino al 2011 mentre chi invece ha meno di 18 anni prima del 1° gennaio 1996 ha diritto al calcolo retributivo solo fino al 1995);
  • la carriera lavorativa, quindi il singolo percorso professionale della persona

In particolare per opzione donna, più tardi si esercita l’opzione e più basse saranno le ripercussioni sulla pensione. Inoltre, maggiori sono i contributi versati antecedenti il 1996 e maggiore sarà il taglio, che può arrivare a superare il 30%; oltre a questo, meno anni cadono nel calcolo retributivo e minore sarà la decurtazione dell’assegno previdenziale nel passaggio al contributivo.

Opzione donna calcolo

Ma come si calcola la pensione opzione donna?

Per avere un’idea di fondo, una buona soluzione potrebbe essere quella di testare il simulatore sul sito dell’INPS, il quale fornisce l’importo dell’assegno pensionistico sulla base dei parametri inseriti.

La situazione può variare da persona e non sempre è immediato comprendere la propria posizione. Per questo motivo è bene chiedere un aiuto a un consulente previdenziale, il quale può definire in maniera più precisa i dettagli associati alla singola persona e sciogliere così ogni dubbio.

Opzione donna ultimissime

Il mondo delle pensioni e le leggi annesse sono sempre in continua evoluzione.

Nei prossimi mesi rispetto alla data di pubblicazione di questo articolo potrebbero esserci modifiche e/o stravolgimenti.

Proprio per questo e per tenerti aggiornato sul tema “opzione donna 2023 ultime notizie”, puoi dare un’occhiata al sito de Il Sole24Ore (nella sezione opzione donna) o sul sito dell’INPS, inserendo direttamente nella barra di ricerca in alto “opzione donna”.

Considerazioni opzione donna 2023

Da quanto detto in precedenza, si evince che opzione donna è una soluzione divisiva, che ha spesso suscitato delle critiche all’interno dell’opinione pubblica. Alcuni, per esempio, sostengono che potrebbe essere discriminatorio verso gli uomini, che non hanno la stessa opportunità di andare in pensione in maniera anticipata.

Inoltre, la nuova versione di opzione donna contenuta della Legge di Bilancio permetterebbe a solo 2900 lavoratrici di lasciare il posto di lavoro in maniera pensionata, numero che ha suscitato le proteste dei principali sindacati, i quali accusano il Governo di aver eccessivamente ristretto i criteri.

É importante notare che opzione donna potrebbe non essere la scelta giusta per tutte le donne. Ci sono alcuni casi in cui il pensionamento anticipato potrebbe non essere la scelta migliore. Ad esempio, se una donna ha ancora un debito da saldare o altri obblighi finanziari, il pensionamento anticipato potrebbe rendere difficile far fronte alle spese correnti.

Inoltre, è importante valutare se opzione donna si adatta alle esigenze personali e finanziarie della lavoratrice. In alcuni casi, ritardare il pensionamento potrebbe essere una scelta migliore, poiché ciò consentirebbe a un individuo di accumulare ulteriori risparmi, alimentando in maniera più sostenuta il sistema contributivo.

Comitato opzione donna

A seguito dell’apertura dell’opzione donna sono sorti online vari gruppi o organizzazioni volte ad informare in primis le donne su aggiornamenti, modifiche e implementazioni di questa legge.

A questo proposito è possibile accedere ad un gruppo Facebook pubblico (comitato opzione donna) dove periodicamente si pongono quesiti, domande e/o avvisi riguardo l’opzione donna.

Clicca qui e accedi al gruppo

Conclusioni

In sintesi, quindi, opzione donna rappresenta una forma di pensionamento anticipato per le donne che hanno raggiunto un’età specifica e un determinato numero di anni di contributi.

Ci sono alcuni vantaggi associati all’utilizzo di opzione donna, come il fatto che le donne possono ritirarsi dal lavoro anticipatamente, garantendosi una buona pensione ed evitando di essere impiegate in lavori che, data l’età, non si sentono più in grado di svolgere. Tuttavia, ci sono anche alcune critiche associate a opzione donna, come il fatto che potrebbe essere discriminatorio verso gli uomini e potrebbe avere un impatto negativo sul sistema pensionistico a lungo termine.

Per questo motivo, è importante valutare attentamente tutti gli aspetti dell’opzione donna prima di prendere una decisione. Consultare un professionista finanziario o un consulente previdenziale può essere utile per comprendere meglio i propri obiettivi finanziari e le opzioni disponibili.

Un’altra possibile raccomandazione è quella di tenersi aggiornati sulle nuove disposizioni che vengono messe in atto e sulle modifiche che potrebbero sorgere in quelle già vigenti.

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