Cos’è e come funziona la flat tax

A cura di Leonardo Ladini

In questo periodo di campagna elettorale italiana, si sente continuamente parlare della proposta, da parte del centrodestra, di introdurre la flat tax. Spesso, però, non è chiaro di che cosa si tratti nello specifico.

La flat tax può essere definita come un’aliquota unica applicabile ad ogni scaglione di reddito, che andrebbe a sostituire le cinque attuali aliquote IRPEF. In questo modo, secondo i fautori della proposta, si andrebbe a modificare in maniera strutturale il nostro sistema tributario, andando a diminuire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese.

flat tax come funziona

Chi la sostiene e quali sarebbero i vantaggi

Tra i vantaggi dell’introduzione di un’aliquota unica ci sarebbe in primo luogo una semplificazione del sistema fiscale attuale, giudicato oggi troppo macchinoso e non funzionale alle esigenze dei cittadini. In secondo luogo la flat tax rappresenterebbe un tentativo per contrastare l’evasione fiscale la quale verrebbe disincentivata con un abbassamento della pressione fiscale.

Da ultimo la tassa unica sarebbe un volano per la crescita economica, andando ad incentivare l’iniziativa imprenditoriale, troppo spesso castrata da una tassazione eccessivamente alta.

Tra coloro che propongono la flat tax, tuttavia, ci sono ancora delle divergenze riguardo la natura di quest’ultima: se per Lega e Fratelli d’Italia l’aliquota unica dovrebbe attestarsi al 15% per Forza Italia invece dovrebbe aggirarsi al 23% con una no tax area fino ai 13 mila euro.

Al netto delle proposte elettorali, allo stato attuale delle cose, non è ancora chiaro come i partiti che supportano l’idea abbiano in mente di finanziare questo ripensamento del sistema fiscale, il quale a detta degli scettici comporterebbe un aumento consistente della spesa dello stato a fronte di risvolti positivi irrisori.

flat tax Salvini

Chi è contro e perché

Secondo i critici infatti, oltre a causare un aumento della spesa pubblica la flat tax sarebbe in contrasto con l’art.53 della Costituzione Italiana il quale prevede la progressività dell’imposizione fiscale. Inoltre, viene segnalato come sia difficile provare la correlazione tra un’aliquota unica e crescita economica la quale dipende da una varietà molto ampia di fattori di natura fiscale ma anche, ad esempio, macroeconomica.

A questo proposito la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno segnalato come nei paesi ex sovietici (es: Estonia, Lituania, Lettonia…) che hanno introdotto la flat tax a seguito della caduta dell’Unione sovietica si sia verificata una crescita economica, supportata però da un corposo numero di riforme strutturali le quali rendono difficile isolare il solo effetto dell’aliquota unica sull’aumento del PIL.

Tra i detrattori più autorevoli va segnalato Carlo Cottarelli, uno dei più importanti economisti italiani, il quale ha sostenuto in un tweet che “un sistema di tassazione che redistribuisce meno di quello attuale e che (al 23%) ha un alto costo per le finanze pubbliche che dovrà essere colmato con altre tasse o tagli di spesa (oggi o domani).”

Cosa tenere a mente

Il dibattito sull’introduzione della flat tax, quindi, è più che mai aperto e a meno di un mese dalle elezioni con i programmi elettorali che stanno venendo via via pubblicati si andranno a chiarificare in maniera puntuale le proposte dei candidati che per essere credibili agli occhi degli elettori dovranno essere supportate da progetti seri e attendibili.

Sicuramente una riduzione della pressione fiscale e un ripensamento del sistema tributario attuale sono tra i temi più urgenti da risolvere in modo da rendere il “fare impresa” più agevole e rendere il nostro paese più appetibile anche per un investitore estero. Nonostante ciò l’esigenza di un abbassamento delle tasse non deve essere un pretesto per scatenare tra le forze politiche una guerra di slogan e frasi ad effetto “acchiappa voti” e senza fondamento.

All’interno della questione flat tax si è inserito da tempo l’Istituto Bruno Leoni, think tank italiano fondato nel 2003 per promuovere le idee liberali in Italia e in Europa, il quale ha proposto un’aliquota unica al 25% per tutte le principali imposte del nostro sistema tributario (Irpef, Ires, Iva, sostitutiva sui redditi da attività finanziarie) che si accompagna, inoltre, ad un’abolizione dell’Irap e dell’Imu.

Considerazioni finali

In conclusione quindi, è difficile immaginare l’impatto che la flat tax avrebbe in un paese come l’Italia da sempre caratterizzato da una pressione fiscale molto alta (per finanziare una spesa pubblica altrettanto elevata) e da troppa burocrazia. In ogni caso se venisse adottata dovrà essere compatibile con l’obiettivo di ridurre il rapporto debito/PIL, il quale non può permettersi di aumentare ulteriormente . Sarà necessario quindi, adottare una proposta autorevole supportata da ricerche e dati concreti e non da meri slogan populisti.

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