Analisi tecnica vs analisi fondamentale: le differenze

A cura di Andrea F.

Leggendo di investimenti due sono i principali strumenti di analisi che ricorrono sempre: analisi tecnica e fondamentale.

Ma nonostante la loro notorietà credo ci sia in giro molta confusione su cosa siano, come funzionino e come usarle.

Qui cercherò di fare più chiarezza possibile.

L’analisi tecnica e fondamentale sono concettualmente molto diverse l’una dall’altra ma si prefissano lo stesso obbiettivo: individuare titoli il cui prezzo salirà e comprarli o individuare titoli il cui prezzo scenderà’ e venderli.

Sembra tutto molto semplice, intuitivo e quasi banale, ma non è così.

In questo articolo andremo a vedere cosa sono l’analisi tecnica e fondamentale, le principali differenze e quando è meglio adottare una piuttosto che l’altra nei mercati finanziari.

Cos’è l’analisi fondamentale

L’analisi fondamentale  si basa sulla ricerca della determinazione del valore intrinseco di una società  tramite lo studio di:

  • Bilanci
  • Conto economico
  • News
  • Dati macroeconomici

L’analista deve determinare la solidità della società, la sua capacità di generare utili oggi e nel futuro. Tale profittabilità stimata viene poi confrontata con il prezzo di mercato e si determina se il titolo è sotto o sopravvalutato.

Una delle principali ipotesi dell’analisi fondamentale è che non sempre il prezzo rifletta in maniera efficiente il reale valore intrinseco della società. L’analisi fondamentale ha lo scopo di identificare titoli la cui capacità di generare flussi di cassa e utili è maggiore rispetto al prezzo dato dal mercato al titolo stesso. Obbiettivo dell’investitore è acquistare quei titoli il cui valore è maggiore del prezzo corrente di mercato e vendere i titoli il cui valore è inferiore al prezzo.

Come fare analisi fondamentale

L’analisi fondamentale può seguire due diversi approcci: top down e bottom up, ma in generale entrambi considerano (chi prima, chi dopo) la situazione macroeconomica, l’andamento del settore in cui la determinate azienda opera e la realtà patrimoniale dell’azienda stessa.

Gli investitori che utilizzano l’analisi fondamentale si dividono in due sotto-categorie:

  • Investitori “growth”, si concentrano sulla prospettiva di crescita futura della società e dei suoi utili;
  • Investitori “value”, si concentrano sul rapporto corrente tra valore intrinseco e prezzo di mercato.

In generale i principali strumenti usati per fare analisi fondamentale sono il bilancio e il conto economico. L’obbiettivo principale è identificare:

  • quanto una compagnia possiede (attivo contro passivo);
  • quanto una compagnia è profittevole e con quali margini;
  • qual è la capacità della società di ripagare i suoi debiti e a quale prezzo;
  • quanto costa generare tali livelli di profitto;
  • qual è la prospettiva di crescita data le aspettative futura di mercato.

Fattori sicuramente determinati a cui prestare attenzione sono:

  • Ricavi, utili per azioni (“earning per share”) e margini di profitto;
  • livello di indebitamento e capacità della società di ripagare gli interessi passivi con i ricavi;
  • eventuali dividendi, il loro tasso di crescita storici e il rapporto con il prezzo corrente (cosiddetto dividend yield);
  • rapporto tra attivo e passivo e profilo di liquidità e solvibilità.

Molto importante e spesso sottovalutate sono le informazioni incluse nella cosiddetta “management guidance”. Si tratta di un commento del management sulla gestione corrente, allegato al bilancio e al conto economico, che include un commento del management sulla gestione corrente e aspettative per la gestione futura e prospettive di crescita.

Cos’è l’analisi tecnica

L’analisi tecnica, invece, si basa sul concetto osservabile di “prezzo”, più nello specifico sull’andamento storico del prezzo.

L’ipotesi cardine dell’analisi tecnica è che il prezzo incorpora in ogni istante tutte le informazioni di mercato e che sia possibile determinare l’andamento futuro di un titolo studiando il “trend” passato.

L’analista tecnico analizza il grafico dei prezzi storici di mercato cercando di identificare pattern ricorrenti nel tempo che permettano di predire l’andamento futuro sulla base dell’andamento passato. E’ quindi necessario che il titolo sia quotato, e che le informazioni sul prezzo siano continue e pubbliche.

Obbiettivo dell’analista tecnico è identificare pattern, combinazioni grafiche e andamenti di prezzo che permettano all’investitore di intuire dove il prezzo sarà con una determinata probabilità.

Come funziona l’analisi tecnica? Candele, trend, resistenze e indicatori

Le modalità di analisi sono molteplici, ogni trader ha la sua ricetta perfetta, uso specifico di indicatori, trend e resistenze. Quasi un’arte.

Non tratterò in questo articolo dettagli su strategie di analisi tecnica (che possono essere migliaia), ma mi focalizzerò sui principali elementi, comuni a molte strategie.

Il prezzo di un titolo viene generalmente rappresentato usando le famose “candlestick” giapponesi. Questa visualizzazione permette di riassumere in un solo elemento grafico prezzo di apertura, prezzo di chiusura, massimo e minimo in un dato orizzonte temporale. Comuni sono le candele a un’ora, quattro ore o a un giorno. Quale usare dipende dal vostro orizzonte temporale di analisi e dalla vostra strategia.

A partire dalle candlestick si cercherà di identificare il trend dominante del momento. Un vecchio motto dice “trend is your friend”. Per “trend” s’intende la generale direzione di mercato in un determinato lasso di tempo.

Si andranno poi a determinare supporti e resistenze, linee trasversali che rappresentano livelli storici di prezzo con una rilevante valenza psicologica. Interessanti opportunità di trade possono scaturire dall’approssimarsi del prezzo a linee di trend e supporti/resistenze.

Fondamentali per l’analisi tecnica sono anche i volumi di scambio. Determinati comportamenti di prezzo in concomitanza di alti volumi scambiati indicano un vasto consenso di mercato e quindi rafforzano il significato del segnale ottenuto.

In base alla strategia personale, il trader, potrà fare riscorso (o meno) ad indicatori, quali: medie mobili, RSI, MACD, Bollinger Bands ecc. Ognuno di essi ha una natura e una funzione differente e per spiegarli tutti ci vorrebbe un libro intero (puoi approfondire l’argomento dando un’occhiata al nostro articolo sui libri migliori per fare analisi tecnica cliccando su questo link).

In generale il comportamento di questi indicatori in relazione al prezzo del titolo generano segnali di acquisto o vendita da cui scaturisce l’azione del trader.

La prima differenza tra analisi tecnica e fondamentale

La prima differenza tra analisi tecnica e fondamentale risiede nell’oggetto dell’analisi.

Il concetto di analisi fondamentale è legato a doppio filo al concetto di “valore”, differente dalla nozione di “prezzo”, su cui si fonda l’analisi tecnica.

Il prezzo è la misura numerica, determinata, univoca e visibile, su cui il mercato raggiunge il consenso in un dato istante durante la giornata di contrattazione sui mercati.

Il concetto di valore è più evanescente in quanto non è direttamente osservabile ma può essere solo stimato. Secondo Warren Buffett il valore di un titolo è legato alla capacità dell’ azienda  di generare flussi di cassa nel futuro.

Pro e contro analisi fondamentale

Per l’analisi fondamentale, Il lato positivo è che le fonti sono pubbliche e facilmente trovabili. L’analisi fondamentale è inoltre un processo analitico robusto, con solide basi teoriche. Si basa sullo studio di fonti e pubblicazioni ufficiali.

Il lato negativo è che richiede un’analisi e una conoscenza approfondita dei business e delle dinamiche di mercato. Bisogna, inoltre non solo focalizzarsi sull’aspetto “micro” ma anche sull’aspetto “macro” e su tutta una serie di variabili di mercato che possono influenzare i profitti futuri. Inoltre come già detto il “valore intrinseco” di un titolo è una stima non osservabile e non confrontabile e “Mr Market” potrebbe non essere d’accordo con la vostra analisi.

Va da sé, sia per l’analisi fondamentale che per l’analisi tecnica, che se il mercato non condivide la nostra visione il nostro investimento non si tradurrà mai in profitto. A prescindere dalla sua correttezza teorica. Per avere profitto ci vuole consenso di mercato.

Pro e contro analisi tecnica

Per quanto riguarda l’analisi tecnica il vantaggio è che si focalizza su un numero più limitato di elementi rispetto all’analisi fondamentale, il prezzo e il suo andamento. Richiede quindi meno risorse e meno tempo. È uno strumento obbiettivo se si segue strettamente la strategia definita, senza contare le emozioni del trader.

Il principale svantaggio è che ignora completamente i fondamentali sottostanti del business e della macroeconomia. Inoltre parte dal presupposto che la storia ripeta sempre se stessa in maniera efficiente e che sia possibile determinare pattern profittevoli nel lungo periodo.

Quale delle due analisi usare?

Entrambe le topologie di analisi sono complicate e potrebbero non portare a risultati anche se eseguite in maniera teoricamente corretta.

 La scelta tra analisi fondamentale e analisi tecnica si basa su molte variabili personali:

  • orizzonte temporale per l’investimento;
  • filosofia d’investimento;
  • esperienza di mercati finanziari;
  • tempo da dedicare all’analisi.

In generale la regola d’oro per investire è investire in cosa si comprende e utilizzare strumenti che si conoscono.  

Investire è un processo complicato, non per tutti. Non si dovrebbe quindi escludere l’uno o l’altro metodo a priori; si dovrebbero invece comprendere le potenzialità e i limiti di entrambi e utilizzare i rispettivi punti di forza in modo da guidarci in maniera costruttiva.

Sono entrambi strumenti da utilizzare nell’analisi, ma in momenti e modi diversi in modo da completarsi a vicenda.

Un solido processo d’investimento dovrebbe comprendere:

  • utilizzare l’analisi fondamentale per individuare titoli robusti, con bilancio e conto economico solidi, management affidabile e buona prospettiva per la crescita futura degli utili;
  • utilizzare l’analisi tecnica per sfruttare a nostro vantaggio i movimenti di prezzo nel breve/medio periodo per determinare i nostri punti d’ingresso e uscita dal mercato con riferimento ad azioni individuate con l’analisi fondamentale.

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