Cos’è lo spread?

A cura di Leonardo Ladini

Di tanto in tanto, nel dibattito mediatico, torna in voga il tema dello spread. 

Ma cos’è esattamente lo spread? Innanzitutto occorre precisare che vi è “spread” ogni qualvolta si deve calcolare la differenza tra due valori presi come riferimento, essendo appunto spread il termine inglese per definire il termine italiano “differenziale”. Assume un significato molto rilevante, in particolar modo per il nostro paese e per la stabilità dell’Unione Europea, lo spread BTP-Bund, ossia la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quello dei titoli di stato tedeschi. BTP e Bund, come detto, sono titoli di stato, emessi in questo caso dal Ministero delle Finanze Italiano e dall’omologo tedesco, per finanziare la propria spesa. Possono essere sottoscritti da investitori istituzionali oppure da investitori al dettaglio, quindi piccoli risparmiatori, a cui è concesso un rendimento, tenuto conto del rischio dell’investimento. La scadenza presa a riferimento per questa tipologia di titoli è pari a 10 anni. 

Spread BTP Italia-BUND 10 Anni
Spread BTP Italia-BUND 10 Anni

Come calcolarlo e perché è così importante

Lo spread, generalmente, viene calcolato in punti base (basis points) che corrispondono ciascuno a un centesimo di punto percentuale. Per chiarificare il concetto: se lo spread, come al momento in cui questo articolo è stato scritto, è pari all’1,92 % allora il suo equivalente in basis points sarà uguale a 192.

Detto questo, perché lo spread BTP-Bund è così importante al punto da comparire di frequente sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani e mondiali?

La sua importanza deriva dal fatto che esso rappresenta un metro per misurare il grado di coesione e stabilità dell’unione europea. Se i rendimenti dei BTP italiani subiscono un’impennata infatti, come avvenuto tra il 2009 e il 2012, significa che gli investitori percepiscono il Bel Paese come rischioso richiedendo quindi un premio per il rischio più alto di quello che si aspettano nel caso di un investimento in un titolo tedesco. Questo fenomeno, in ultima istanza, si traduce in un rischio di frammentazione a livello di unione economica europea, creando problemi di accesso alle risorse finanziarie dei mercati nei paesi i cui rendimenti richiesti dagli investitori sono aumentati vertiginosamente.

La crisi dei debiti sovrani di una decina di anni fa ha messo in luce, inoltre, un altro problema rilevante legato alla speculazione degli operatori sui debiti degli stati. Quando uno Stato emette titoli di debito, questi possono essere sottoscritti da investitori esteri o nazionali. Nel caso in cui gli investitori siano prevalentemente nazionali gli interessi di questi ultimi sono, in linea generale, allineati a quelli del governo emittente. In caso contrario, tuttavia, questo non si verifica e quindi vi è il rischio che alcuni operatori esteri vendano titoli di debito con l’unico scopo di generare pressione sui rendimenti e quindi influenzare la credibilità politica del governo in questione, come verificatosi nell’ultima crisi dei debiti sovrani.

Il ruolo della BCE e il contesto attuale

In questo contesto svolge un ruolo essenziale, per quanto riguarda l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea (BCE), a cui è delegato il compito di gestire la politica monetaria con l’obiettivo principale di garantire la stabilità dei prezzi.

La BCE, infatti, come avvenuto nel 2012 con il celebre “Whatever it takes” del suo governatore Mario Draghi, può assicurare ai mercati che gli spread verranno attenzionati e che si cercherà il più possibile di ridurli ad un livello sostenibile.

draghi whatever it takes

Il tema degli spread tra i rendimenti dei titoli di stato dei paesi più indebitati (Italia, Grecia e Spagna su tutte) e quello tedesco, presi a modello perché emessi da un paese virtuoso dal punto di vista della spesa come la Germania, è ritornato tra le prime pagine dei giornali nelle ultime settimane in cui si sono verificati allargamenti pericolosi delle forbici tra i rendimenti all’interno dell’unione dopo l’annuncio della BCE di voler procedere ad un progressivo rialzo dei tassi di interesse per cercare di arginare l’impennata dei prezzi dovuta ad un’infiammata dell’inflazione, la quale ha raggiunto il picco dell’8,1 % a/a nell’UE (dato calcolato in media rispetto ai singoli paesi). In particolare lo spread BTP-Bund ha subito un aumento di ben 50 basis points in soli 5 giorni. In questo caso, però, si ritiene che gli effetti saranno diversi e che la BCE, avendo esperienza di quanto avvenuto solo 10 anni fa, agirà in modo puntuale ed efficace per evitare tensioni e speculazioni sull’euro e sui paesi dell’Ue più indebitati. A questo proposito, degno di nota può essere il piano annunciato dal alcuni membri del consiglio direttivo della BCE i quali, a seguito di una riunione straordinaria indetta per discutere del tema, hanno espresso l’intenzione del principale organo di politica monetaria dell’Unione di agire con uno “scudo” anti-spread di cui non si conosce ancora la precisa entità e portata.

Se da una parte questo rappresenta una mossa intelligente da parte della presidente della BCE Lagarde, tuttavia l’incertezza legata alla misura e alla natura dell’intervento creano ancora insicurezza sui mercati i quali per definizione sono repellenti a informazioni o notizie imprecise e oscure.

cosa significa spread

Conclusioni

In conclusione quindi, si può affermare come sia necessario tenere a mente e conoscere il concetto di spread, con particolare riguardo al contesto italiano, perché da questo indicatore, fino a poco tempo fa sconosciuto all’opinione pubblica, dipende in parte l’esistenza di organizzazioni economiche e politiche come l’Unione Europea e, in ultima istanza, la coesione da un punto di vista monetario e commerciale. Guardando al nostro paese, infine, lo spread è utile per capire quanto ampia sia la credibilità del nostro paese nei confronti degli investitori esteri e quanto un investimento in Italia sia percepito come un rischio non necessario oppure come un’opportunità da non perdere.

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