Private equity cos’è, significato e le sue fasi

A cura di Marco Zorzo

Esistono numerose tipologie di fondi di investimento ma per quanto riguarda l’investimento in aziende non quotate (private) sicuramente il private equity è quello più diffuso. Ma cos’è il private equity? Come è strutturato un fondo di private equity e che rendimenti riesce ad ottenere?

In questo articolo andremo a spiegare cosa sono i fondi di private equity, come operano e come funziona il loro mercato.

Private equity cos’è

L’associazione italiana di Private Equity e Venture Capital (AIFI) definisce così l’attività di Private Equity:

“un’attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, con l’obiettivo della valorizzazione dell’oggetto di investimento ai fini della sua dismissione entro un periodo di medio-lungo termine”.

Con Private Equity si intendono quindi tutti gli investimenti nel capitale di rischio di un’azienda finalizzati al suo sviluppo, così da poter generare una plusvalenza (capital gain) al momento della cessione della partecipazione. La plusvalenza si genera ovviamente solo se il prezzo di vendita della partecipazione sarà maggiore del costo di acquisto.

Sovente questa tipologia di investimento non comporta unicamente l’apporto di capitale di rischio, ma riguarda anche una serie di attività connesse e strumentali alla realizzazione della stessa idea imprenditoriale. Come, ad esempio, un nuovo apporto professionale nell’attività della società, dove il fondo partecipa alle decisioni strategiche dell’impresa grazie alle proprie conoscenze ed esperienze professionali lasciando all’imprenditore e al management la gestione operativa.

Quando si parla di Private Equity è sempre bene precisare la distinzione esistente con il Venture Capital.

In quest’ultimo infatti l’investimento in azienda avviene nelle prime fasi del suo ciclo di vita, nel Private Equity invece si interviene quando l’impresa è già esistente e ben avviata.

Struttura di un fondo di private equity

Dopo aver capito cos’è un fondo di private equity andiamo ad osservare la sua struttura.

L’attività di Private Equity è svolta da istituzione finanziarie, strutturate come fondi chiusi che raccolgono capitali presso gli investitori istituzionali, detti Limited Partners (o LPs), i quali vengono poi investiti nel capitale di rischio di imprese non quotate (in prevalenza).

Il fondo viene gestito dal cosiddetto General Partners (o GP), ovvero la squadra di investitori che ha il controllo manageriale della società di gestione e che decide se e quali investimenti effettuare.

I rapporti tra GP e LPs vengono disciplinati dal regolamento del fondo che è sottoscritto da entrambe le parti. Questo disciplina:

  • Gli organi di governo e i meccanismi di funzionamento del fondo

Tra gli organi di governo di solito sono compresi il comitato investimenti, l’Advisory board e l’Assemblea degli LPs, e da questi vengono decisi i vari meccanismi di distribuzione dei proventi.

  • Le condizioni economiche

Con l’obiettivo di allineare gli interessi tra LPs e GP, ogni fondo prevede meccanismi di incentivazione del gestore e un impegno economico del team mediante il coinvestimento nel fondo stesso.

  • I limiti alla gestione e gli strumenti di tutela degli LPs

Siccome le decisioni di investimento sono totalmente demandate al gestore, il regolamento del fondo è solito prevedere clausole che limitino i rischi per gli LPs.

Le fasi del private equity

Il ciclo di vita di un fondo di Private Equity si suddivide in 4 fasi:

  1. Raccolta dei capitali del fondo presso investitori istituzionali (detto fundraising)
  2. Investimento nelle società target tramite acquisto di partecipazioni
  3. Gestione e monitoraggio delle partecipazioni acquisite
  4. Disinvestimento delle partecipazioni detenute

Prima fase: raccolta dei capitali

Un team di investitori promuove il proprio veicolo di investimento per reperire le risorse necessarie alla creazione di un fondo. Il team definisce nel dettaglio la propria strategia di investimento: se acquisire quote di maggioranza o minoranza, quale dimensione ricercare, in quale geografia e in quali settori, ecc… I principali erogatori di capitale verso i fondi di Private Equity sono sovente i fondi pensione, istituzioni finanziarie, fondi di fondi, family office, assicurazioni e fondi sovrani.

Seconda fase: investimento nelle società target

L’investimento è sostanzialmente il cuore dell’attività di Private Equity e si tratta di un processo lungo e complesso, il quale a sua volta può essere suddiviso nelle fasi di: origination, analisi dell’operazione e esecuzione dell’operazione.

Nella fase di origination si va alla ricerca dell’opportunità e una volta trovata si svolgono le dovute analisi, tra cui le diverse due diligence (finanziaria, legale, fiscale e ambientale) sulla società target. Una volta terminate le analisi e trovato un accordo si passa alla strutturazione dell’operazione, la quale avviene spesso tramite Leveraged Buyout.

Terza fase: gestione e monitoraggio delle partecipazioni acquisite

La gestione e il monitoraggio sono fasi molto delicate perché il risultato finale di un’operazione dipende molto dalla capacità del management di eseguire con successo il progetto che era stato condiviso con l’investitore.

Quarta fase: disinvestimento

L’ultima fase coincide con la vendita della partecipazione e della realizzazione di un capital gain (se l’operazione è stata un successo). In questo caso gli aspetti da considerare sono la tempistica del disinvestimento (detto anche “exit”) e la modalità. Queste di solito fanno riferimento ad un orizzonte temporale di 5-7 anni per la vendita ad un altro fondo, alla quotazione della target oppure alla recompra dei precedenti venditori.

Il mercato del private equity

Il private equity si è sviluppato nel corso degli anni seguendo dei cicli.

Il primo negli anni ‘80 grazie all’esplosione dei junk bond, il secondo negli anni ’90 fino alla bolla dot-com, il terzo è nato dopo la bolla tecnologica ed è terminato con la crisi finanziaria nel 2008 e l’ultimo è iniziato con l’azzeramento dei tassi di interesse e una grande disponibilità di liquidità nel mercato (ed è ancora in corso).

Seppur l’attuale crisi abbia ridimensionato il fenomeno, il mercato del Private Equity si è contraddistinto a livello internazionale per una crescita continua in tutti i Paesi. Il controvalore delle operazioni si aggira annualmente intorno ai 500-600 miliardi di dollari. I due Paesi in cui il fenomeno è maggiormente diffuso sono gli Stati Uniti e l’Inghilterra.

Le 5 società di Private Equity più grandi al mondo sono:

  1. The Blackstone Group Inc
  2. KKR & Co. Inc
  3. CVC Capital Partners
  4. The Carlyle Group Inc.
  5. Thoma Bravo

I rendimenti dei fondi di private equity

Nel corso degli anni la “grandezza” dei fondi di private equity, intesa come ammontare di capitale raccolto (o asset under management) è cresciuta notevolmente, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008, i tassi molto bassi e la notevole liquidità presente nel mercato fattori in grado di trainare la crescita degli investimenti nel settore.

Il confronto dei rendimenti tra i fondi di Private Equity e il mercato “tradizionale” evidenzia una differenza più o meno elevata tra le varie geografie. Se infatti, i fondi rispetto all’S&P500 hanno performato meglio nel corso degli ultimi 1-5-10 e 20 anni, la differenza è nell’ordine di qualche punto percentuale. Mentre, se si considerano i confronti tra i fondi e i mercati Europei o Asiatici, le differenze sono decisamente più sostanziali. Tutto questo va considerato alla luce del fatto che l’investimento in private equity presenta una rischiosità più alta rispetto agli investimenti in azioni quotate, questo per una serie di fattori, tra cui la liquidità dell’investimento e la dimensione delle società target. 

Alcune delle più grandi operazioni

Ecco alcune delle più grandi operazioni di Private Equity della storia:

  • Dell

L’azienda informatica è stata acquistata dal proprietario Michael Dell e da Silver Lake Management nel 2013 per 21,5 miliardi di dollari.

  • HJ Heinz

Nel 2013 H.J. Heinz è diventata una società privata grazie ad un accordo con Berkshire Hathaway e 3G Capital Partners per un valore di 23,5 miliardi di dollari. L’azienda di ketchup e snack si è poi fusa con Kraft nel 2015.

  • TXU

Uno dei più grandi Leveraged Buyout della storia è stato pari a 32,1 miliardi di dollari, quando TXU Energy è diventata privata nel 2007.

Prossimi eventi a Milano:

📌 Conferenza al Salone del Risparmio giovedì 11 aprile alle 10:15. Iscriviti!

Il nostro ultimo post su Instagram 👇🏼

Il nostro ultimo video su YouTube 👇🏼