Cos’è il Target Price? | Scopriamo come può essere d’aiuto per gli investitori

A cura di Marco Zorzo

Cosa è il target price? Come si effettua il calcolo del target price? A cosa bisogna prestare attenzione per comprendere la qualità e legittimità di un target price? Risponderemo a tutte queste domande nel seguente articolo. Partiamo innanzitutto dalla definizione.

Cos’è il Target Price

 Il target price viene così definito da Borsa Italiana:

Il livello di prezzo che un investitore solitamente intende raggiungere in un determinato orizzonte temporale al momento dell’acquisto di un titolo”.

Lo si può quindi considerare come il livello/prezzo in cui il valore di un asset/titolo viene ritenuto ottimale per considerare riuscito l’investimento. Questo viene conferito da un analista, il quale prevede che quello stesso titolo raggiungerà il prezzo obiettivo in un determinato periodo di tempo che di solito si aggira intorno ai 12 mesi.

Il target price, o prezzo obiettivo, può riguardare tutti i tipi di titoli, da prodotti di investimento complessi ad azioni e obbligazioni.

analisi

Un esempio pratico

Un titolo azionario X sta scambiando a quota 60 euro per azione. Facendo l’ipotesi che la società pubblicherà risultati economici trimestrali negativi, gli analisti andranno a ridurre i loro target price su quel titolo, ad esempio da 70 a 50 euro per azione, e questo molto probabilmente determinerà un incremento delle vendite sul titolo stesso, facendolo precipitare verso quota 50.

Stesso esempio riguardante il lato rialzista. Quindi in caso di ottimi risultati economici, gli analisti alzeranno il target price, ad esempio, da 70 a 80 euro per azione, portando a maggiori acquisti che faranno salire il titolo verso quel target price.

I target price sono quindi in grado di influenzare gli andamenti dei titoli? Vediamo un esempio pratico. 

Le azioni Unicredit a inizio maggio 2017, dopo la pubblicazione dei risultati relativi al primo trimestre, hanno subìto l’effetto dei pareri positivi di diversi analisti. Difatti, dopo la trimestrale, Deutsche Bank ha alzato da 16 a 19,2 euro il target price sul titolo, Equita SIM lo ha portato da 16,4 euro a 19,2, Goldman Sachs da 19,4 a 20 e anche Mediobanca lo ha rivisto al rialzo a 20 euro per azione. L’emissione dei nuovi target price ha portato ad un incremento della quotazione in Borsa del titolo, dimostrando, relativamente a questo caso, che i target price sono in grado di influenzare il mercato.

Come viene determinato

Il calcolo del target price di un titolo si basa su ipotesi riguardanti domanda e offerta futura del titolo, i suoi fondamentali e/o i livelli tecnici.

I fattori da prendere in considerazione nel calcolo sono numerosi, tra questi si analizzano i bilanci (attuale, storico e prospettico), il mercato in cui opera, la situazione macroeconomica e il management.

Tra le metodologie più semplici, rientra quella del P/E. Il prezzo obiettivo in questo caso si ottiene moltiplicando il multiplo (capitalizzazione di mercato attuale/utili attuali) per gli utili futuri (a 12 mesi), ricavando così la capitalizzazione di mercato futura a 12 mesi. Ovviamente questa metodologia descritta è semplicistica e trascura tutti gli altri fattori che nella maggior parte dei casi risultano determinanti nel rendimento futuro di un titolo.

Oltre a quanto descritto, lo studio del target price può essere supportato anche dall’analisi tecnica utilizzando indicatori specifici (basandosi ad esempio su indicatori statistici, tendenze, aree di supporto e resistenze, ecc…).

Efficacia e utilità per l’investitore

L’accuratezza dei Target Price

L’accuratezza dei target price degli analisti è un tema oggetto di studio ormai da diversi anni. Purtroppo, non è facile valutare la bontà di un analista o di un suo target price. Alcuni studi effettuati sul mercato americano e su quello italiano riportano un’accuratezza del 60%-70% circa, questo significa che 6-7 target price su 10 sono stati raggiunti dal titolo in questione entro i 12 mesi dall’emissione della previsione.

Target Price meglio del Rating

Il target price risulta sempre più preciso ed oggettivo rispetto al rating. Con rating si intende il giudizio che un analista rilascia, insieme al target price, su un titolo. Questo è riconoscibile solitamente come “buy”, “hold”, “outperform”, “sell”, ecc.

Il target price viene preferito in quanto non si limita ad una sorta di categorizzazione qualitativa della stima. Inoltre, fattori come il rendimento richiesto dall’investimento e la tolleranza al rischio sono sostanzialmente soggettivi e diversi da un investitore ad un altro (in tal senso il giudizio emesso rischia di essere fuorviante).

A cosa prestare attenzione

Alcuni dei fattori che permettono di comprendere la qualità e legittimità di un target price sono:

    • EPS – Utili per azione: l’analisi sottostante al conferimento del prezzo obiettivo dovrebbe riportare un modello dettagliato di previsione degli utili, oltre ad un business plan completo di flussi di cassa prospettici.
    • Multipli di valutazione utilizzati: i target price molto spesso dipendono da multipli di valutazione come P/E (price to earnings), P/BV (price to book value), P/S (price to sales). I multipli devono però essere selezionati accuratamente (ad esempio, il mercato utilizza più spesso il multiplo P/E per le aziende industriali e il multiplo P/BV per gli istituti finanziari), e un modello non dovrebbe mai basarsi su un singolo multiplo.
    • Assunzioni o Ipotesi di previsione: ogni ipotesi o assunzione utilizzata necessita di essere descritta, in modo da comprenderne la ragionevolezza.

Conclusioni

Come ormai tutti sappiamo, prevedere il futuro è impossibile. Molti ci provano, ma tra quelli che ci riescono non è detto che la previsione sia frutto di valutazioni accurate e analitiche, ma solamente di molta fortuna. Per questo motivo non è consigliabile farsi guidare nei propri investimenti dai target price emessi dagli analisti, ma piuttosto di prenderli in considerazione, insieme a tutti gli altri fattori, ponderandoli con il giusto peso e, nel caso si riesca a notare qualche prezzo obiettivo “anomalo” (eccessivamente alto o basso) si può provare a capirne il razionale.

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